di - su - per, ossia: Guida alla Bibliografia Primo Levi online

di Domenico Scarpa e Cristina Zuccaro

di - su - per: presentazione

Il Centro internazionale di studi Primo Levi è stato fondato a Torino nel 2008, ma si è presentato al pubblico solo un anno più tardi, nell’autunno del 2009. Durante quell’anno di preparazione, il lavoro più complesso che il Centro ha svolto è stato la costruzione di una bibliografia di Primo Levi, da rendere disponibile online; e infatti così è avvenuto, nella versione originaria del sito che state visitando.

«Bibliografia di Primo Levi» è una formula per capirsi alla svelta, ma le preposizioni da usare sono due: Bibliografia di e Bibliografia su Primo Levi. Bibliografia di, cioè la raccolta e il censimento delle sue opere; e poi Bibliografia su, cioè raccolta e censimento di tutto ciò che si è scritto non solo sulle sue opere ma anche su di lui personalmente: ricordi, ritratti, testimonianze.

Il Centro è nato con lo scopo di facilitare il compito a chiunque voglia saperne di più su Levi: e Levi ha scritto per tutta la sua vita, anche prima di essere deportato ad Auschwitz, sperimentando i più diversi generi di espressione e i più vari mezzi di comunicazione. Perciò, la prima cosa da fare era raccogliere i pezzi sparsi e assortiti della sua opera, e inoltre ogni possibile informazione e giudizio che la riguardassero, mettendo a disposizione del pubblico questo patrimonio.

Capita abbastanza spesso che il pubblico non sappia nulla dell’esistenza di una banca dati, o di un archivio che si può consultare online, o di una biblioteca ben fornita e interrogabile da casa propria, e dalla quale è possibile avere informazioni esaustive e precise. Nei suoi oltre dieci anni di attività il Centro non ha mai smesso di arricchire e affinare la Bibliografia di e su Primo Levi, il cui insieme costituisce la Bibliografia Primo Levi online.

b
Bibliografia

La bibliografia delle risorse documentarie di e su Primo Levi proposta su questo sito è costituita di circa 7700 registrazioni e comprende le descrizioni di opere di Primo Levi in italiano; opere di Primo Levi tradotte in altre lingue; opere di Primo Levi (racconti, saggi critici, poesie, prefazioni, commenti, recensioni, articoli su stampa generalista) pubblicate su monografie e periodici; interviste e dichiarazioni di Primo Levi; letteratura critica sull’opera e sulla vita di Primo Levi.

Ora, con questo articolo, il Centro rinnova l’invito a visitarla e – per non limitarsi alle buone intenzioni – propone una breve guida per consultarla e servirsene in modo proficuo: una guida che illustra i suoi contenuti e offre alcuni esempi delle ricerche che è possibile fare servendosi dei campi e delle parole-chiave del suo catalogo. Perché questa Bibliografia di e su non avrebbe senso né utilità se non fosse innanzitutto una Bibliografia per.

1. di

Cominciamo dalla Bibliografia di Primo Levi. Qui sono registrati i titoli relativi a:

- libri scritti da Primo Levi, dal 1947 (anno di pubblicazione della prima edizione di Se questo è un uomo per la casa editrice De Silva) al 1986 (anno in cui esce Racconti e saggi, l’ultimo libro che Levi pubblica in vita). A questi si aggiungono i volumi postumi, fino alle Opere complete in tre tomi (2016; 2018) curate da Marco Belpoliti per Einaudi.

Copertina di "Racconti e saggi"

- traduzioni di opere di Primo Levi, dalla prima in lingua inglese nel 1959 (si trattava di Se questo è un uomo, tradotto dallo storico Stuart Woolf) fino a oggi: le sue opere, che sono tradotte in più di quaranta lingue, hanno avuto una vasta diffusione secondo tempi e itinerari diversi da paese a paese

- scritti sparsi di Primo Levi (racconti, saggi, poesie, commenti, recensioni, articoli) pubblicati sopratutto su periodici, compresa la stampa generalista.

- interviste, dichiarazioni e conversazioni di Primo Levi (incluse le risposte a questionari).

La Bibliografia di Primo Levi è così varia che un elenco tanto essenziale e stringato, fatto per ridurre al minimo le categorie, non rende giustizia alla versatilità della sua scrittura, ma questo è un sacrificio necessario per rendere ordinato e facilmente consultabile il patrimonio costituito dai suoi scritti, e in particolare dagli scritti, interviste, dichiarazioni, testimonianze e appelli che sono sparsi nelle sedi più disparate. Dal 2008 a oggi, le ricerche svolte dal Centro e dagli studiosi hanno permesso di accrescere di varie decine di titoli e di alcune centinaia di pagine il corpus primoleviano.

2. su

Veniamo alla Bibliografia su Primo Levi, i cui contenuti si possono riassumere in poche parole:

- letteratura critica sull’opera e sulla vita di Primo Levi: è una bibliografia internazionale ragionata e annotata, a cura di Domenico Scarpa.

Qualche parola in più va spesa invece per i criteri con cui i testi su Primo Levi sono stati catalogati e proposti al pubblico.

Fin dal primo momento, la Bibliografia internazionale su Levi è stata pensata come una bibliografia “speciale” – o “specializzata” –, cioè che comprende esclusivamente testi relativi all’opera e alla vita di Levi. Essa si distingue anche per l’analiticità delle informazioni che offre: si è fatto lo spoglio dei volumi collettanei via via reperiti, e le loro descrizioni sono state corredate da un apparato di note aggiuntive (per esempio, trascrizioni di indici, notizie sull’esistenza di stesure precedenti o successive dello scritto, informazioni sul suo contesto).

Nel lavoro di ricerca e raccolta un impegno prioritario è stato dedicato ad alcuni ambiti di particolare interesse, come le recensioni più antiche alle opere di Levi, l’inizio della sua fortuna nei principali Paesi del mondo, le testimonianze biografiche. L’opera di Levi possiede una forte coerenza, ma è anche necessario che sia inserita nella storia, sia italiana sia delle altre culture dove ha avuto circolazione; e le vicende della “fortuna” di Levi sono ancora in gran parte da ricostruire e da raccontare.

Restano da definire gli aggettivi usati all’inizio: ragionata e annotata, che riguardano la Bibliografia su. Qualche esperto di questi strumenti li potrà capire al volo, ma per la maggior parte delle persone si presentano opachi, bisogna perciò spiegare che cosa significano.

Questa Bibliografia su è ragionata perché è corredata da una serie di parole-chiave – alcune decine di parole-chiave – alle quali è associato ogni libro, ogni articolo, ogni notizia di cronaca o testimonianza o studio su Primo Levi. Cominciando da Animali, passando via via per Ebraismo, per Giochi, per Lingua e stile, per Memoria, per Politica, per Revisionismo, per Sogno, per Trauma studies, fino ad approdare a Vergogna, Violenza e Zona grigia, ciascuno dei testi registrati nella Bibliografia su è corredato da una o più parole chiave, che ne segnalano al lettore, in sintesi, i contenuti più notevoli. Inoltre, una porzione cospicua delle registrazioni bibliografiche è accompagnata, come già si accennava, da un testo libero, discorsivo, che fornisce al lettore altre informazioni utili: caratteristiche del libro, contenuti particolari, apparizioni precedenti o successive del testo ed eventuali suoi cambiamenti o connessioni con altri testi presenti in bibliografia: è appunto questo che s’intende per bibliografia annotata.

3. di - su - per: le cifre

E qui, finalmente, dopo aver parlato così a lungo dei caratteri tecnici e qualitativi di questa Bibliografia di - su - per, ecco un po’ di cifre. Non sarebbe serio né tantomeno utile fare confronti, ma si può dire con tranquillità che questa Bibliografia Primo Levi online è uno strumento che ha pochi termini di paragone a livello internazionale: per la varietà dei talenti di Primo Levi e per la sua notorietà nel mondo, certo, ma anche per la ricchezza di questa raccolta che lo riguarda e dunque documenta tutto ciò.

Le registrazioni presenti nella Bibliografia Primo Levi sono circa 7.000 e sono in costante crescita. La biblioteca del Centro studi di Torino ne possiede materialmente circa 5.700, ed è certo la più ampia e completa collezione primoleviana al mondo. Il Centro possiede, singolarmente e nelle rispettive collocazioni originarie (giornali, riviste, volumi, antologie, prime edizioni assolute) tutti i testi di Primo Levi, comprese le interviste, gli appelli, le deposizioni processuali, per un totale che supera di parecchio i mille elementi. A essi vanno aggiunti – il dato è di particolare interesse per i cittadini, i lettori e gli studiosi non italiani – 326 volumi di Levi tradotti in altre lingue: in ordine alfabetico, albanese, basco, bulgaro, castigliano, catalano, ceco, cinese (mandarino e semplificato), coreano, croato, danese, ebraico, finlandese, francese, giapponese, greco, inglese, malayalam, norvegese, polacco, portoghese (lusitano e brasiliano), olandese, romancio, romeno, russo, serbo, slovacco, sloveno, svedese, tedesco, turco, ungherese. Due traguardi notevoli della diffusione di Levi nel mondo sono la versione della Tregua in malayalam e di Se questo è un uomo in arabo, eseguita nell’ambito del Projet Aladin e resa disponibile online nel 2010 . La prima è presente nella nostra biblioteca, la seconda non è presente e nemmeno censita, perché e scaricabile ma non stampabile: e proprio per questo vale la pena di darne notizia qui.

Copertina de "La tregua" in malayalam

Ma torniamo alla Bibliografia Primo Levi. Il dato quantitativo che più colpisce è quello della Bibliografia su: 4.792 registrazioni all’inizio di giugno 2020. È un numero impressionante, visto che riguarda un unico autore. Soltanto gli opuscoli materialmente posseduti dal Centro superano i tremila (sono, al momento, 3.177, in italiano e nelle principali lingue occidentali, ma ce ne sono molti in russo, polacco, giapponese, ebraico, ecc.), mentre ben più di mille sono i volumi posseduti, tra monografie, opere collettive, libri che contengono pagine o capitoli su Levi. Si tratta di un patrimonio in continua crescita, interamente disponibile per chiunque desideri leggere, informarsi, studiare, fare ricerca: è disponibile fisicamente, nella sede torinese del Centro internazionale di studi Primo Levi, e lo si può esplorare online su questo medesimo sito web.

4. di - su - per: le cose

Questa Bibliografia di e su Primo Levi è stata dunque pensata come una Bibliografia per studiosi, ricercatori, insegnanti e studenti, ma anche per gli utenti cosiddetti “generalisti”: che sono, in primo luogo, i lettori di Primo Levi, non necessariamente esperti; molte persone desiderano avere su Levi delle informazioni essenziali, di base, che provengano da una fonte attendibile, e il Centro desidera accompagnare innanzitutto loro, che sono i nuovi lettori di Levi.

La Bibliografia di e la Bibliografia su sono tutt’e due consultabili tramite il catalogo online del Centro studi Primo Levi: esso, oltre a dialogare con il catalogo del sistema bibliotecario nazionale (SBN) per la parte relativa alle monografie, è stato personalizzato con alcuni strumenti specifici, in modo da consentire ricerche mirate: l’utente potrà infatti attivare alcuni filtri in base alla tipologia delle opere di Primo Levi (libri, articoli, racconti, poesie, traduzioni, etc.) e dei testi critici che lo riguardano (opere monografiche, recensioni, saggi, notizie di cronaca, etc.).

I testi critici si possono anche ricercare per argomento, grazie all’accesso tematico: per Opere (se si vogliono selezionare tutti gli scritti che si riferiscono a un libro di Primo Levi: ad esempio, tutti gli articoli, saggi, notizie di cronaca etc., dedicati a La chiave a stella o alla versione teatrale di Se questo è un uomo) e per Parole chiave (identificate sulla base delle peculiarità della produzione letteraria dello scrittore torinese e dello sviluppo del dibattito che la riguarda).

5. di - su - per: le ricerche

La Bibliografia Primo Levi online è, nello stesso tempo, una ricca bibliografia informativa, di rango internazionale, ed è una bibliografia di ricerca, che nel patrimonio acquisito nel corso degli anni rispecchia la situazione più avanzata della ricerca, rendendola disponibile per tutti.

E proprio le ricerche grazie alle quali si sono recuperate decine di scritti di Levi – pubblicati a stampa ma del tutto ignoti, quindi non censiti nella Bibliografia di – hanno indotto il Centro a creare nuove tipologie testuali, e dunque nuovi filtri per la ricerca online, tali da adattarsi in maniera più dettagliata e completa all’insieme della produzione scritta di Primo Levi. Ad esempio, sono state censite le sedi editoriali che hanno accolto le deposizioni e testimonianze da lui rese nel corso di processi contro criminali nazisti; sono state raccolte, sotto una nuova voce denominata “Primo Levi traduttore”, tutte le traduzioni a sua firma (Il processo di Kafka, alcuni scritti di Claude Lévi-Strauss, La notte dei girondini di Jacob Presser, solo per ricordare i più noti; ma Levi è stato anche traduttore di trattati di chimica).

Questo processo di affinamento e di completamento ha riguardato anche la Bibliografia su Primo Levi. Il progresso della critica è orientato – e talvolta determinato – anche dal semplice andare del tempo: nel 2015 ricorrevano i settant’anni dalla liberazione di Auschwitz, nel 2017 i trenta dalla scomparsa di Levi, nel 2019 il centenario della sua nascita. Ciascuno di questi anniversari ha suggerito la creazione di un filtro, di una parola-chiave che raccogliesse i testi critici specificamente legati a quell’appuntamento di calendario, sempre con lo scopo di fotografare e storicizzare via via la fortuna della sua opera e della sua figura pubblica.

Sono state inoltre censite e registrate le recensioni e gli articoli che documentano l’accoglienza di alcune pubblicazioni di grande rilevanza, come The Complete Works of Primo Levi (Liveright, 2015) o le già citate Opere complete di Primo Levi a cura di Marco Belpoliti , una nuova edizione che propone un ricchissimo corpus di opere, scritti, conversazioni, interviste e dichiarazioni dello scrittore, inglobando una parte significativa delle nuove scoperte testuali avvenute nell’ultimo decennio.

Copertina delle Opere complete

Sono state infine state istituite nuove parole chiave tematiche, soprattutto per le sotto-voci dipendenti dalla voce “Intertestualità: questa parola chiave, presente fin dal 2009, censisce i contatti e le interferenze tra l'opera di Levi e quella di altri autori, movimenti, periodi e categorie della letteratura. In questi ultimi anni gli studi critici, il progredire delle indagini sulle letture e la biblioteca di Levi, l’inizio di un’attenzione filologica ai suoi scritti, hanno fatto rapidamente crescere gli incroci tra Primo Levi e altri nomi di ogni epoca e di ogni paese. Oggi “Intertestualità” è una macrovoce che si suddivide in centinaia di sotto-voci ordinate in un apposito indice. Lo stesso vale, grazie all’aumento costante delle traduzioni (e, a volte, delle ri-traduzioni) di opere di Levi, per la parola-chiave “Fortuna critica”, anch’essa legata a un apposito indice analitico per Paese.

6. di - su - per: i percorsi

La Bibliografia di e su presenta oggi, a oltre dieci anni dalla sua nascita, diversi livelli di approccio e di uso da parte di chiunque intenda accostare – o approfondire – i molteplici aspetti dell’opera e del pensiero di Primo Levi.

A questo scopo abbiamo immaginato alcuni percorsi, navigando tra la “bibliografia soggettiva” (è questo il termine tecnico che corrisponde alla Bibliografia di: gli scritti di Primo Levi) e la “bibliografia oggettiva” (termine tecnico per Bibliografia su: la letteratura critica), esplorando il catalogo per assi diacronici e sincronici, eseguendo ricerche secondo la tipologia degli scritti, e in base agli aspetti della produzione letteraria e della vita di Primo Levi. Ve li proponiamo qui di seguito. Se questo articolo, che è già abbastanza lungo, dovesse risultare utile, il Centro è pronto (oltre che, come ha sempre fatto, a rispondere a domande e messaggi di singoli utenti) a moltiplicare questi esempi scrivendo nuove “puntate” sui modi di usare la Bibliografia di e su.

A. Se questo è uomo, il libro primogenito (1947)

Copertina di Se questo è un uomo, 1947

Nella Bibliografia (a questo punto le preposizioni sono superate, perché la Bibliografia Primo Levi è un tutt’uno che ricomprende sia il di sia il su), grazie a una parola chiave specifica (Se questo è un uomo, 1947) l’utente può trovare tutti i titoli dei testi critici che si riferiscono a quello che Levi definì il suo “libro primogenito”, Se questo è un uomo, nella sua prima edizione uscita nel 1947 per i tipi della casa editrice Francesco De Silva – diretta da Franco Antonicelli – undici anni prima della pubblicazione presso Einaudi nel 1958: è l’edizione definitiva a partire dalla quale il libro si andrà affermando, in Italia e nel mondo, come un’opera letteraria e testimoniale fra le maggiori del Novecento.

È possibile, ad esempio, recuperare i saggi e gli articoli che documentano l’accoglienza della critica – tra l'autunno del 1947 e la primavera del 1949 Se questo è un uomo ne raccoglie una ventina – a partire dalla prima recensione uscita su «La Stampa» il 26 novembre 1947, a firma di Arrigo Cajumi che, insieme a Se questo è un uomo parla di un altro esordio importante, Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino. Ed è proprio Calvino ad accorgersi l’opera è molto di più di un semplice libro di memorie quando recensisce Se questo è un uomo sull’edizione piemontese de «l’Unità» il 6 maggio 1948, definendolo «un magnifico libro che non è solo una testimonianza efficacissima, ma ha delle pagine di autentica potenza narrativa, che rimarranno nella nostra memoria tra le più belle della letteratura sulla seconda guerra mondiale».

Venti recensioni circa non sono poche, per un’opera di esordio, di genere non narrativo, uscita presso una piccola casa editrice che non può contare su una rete di distribuzione a livello nazionale. Perciò, la fortuna iniziale di Levi del suo libro “primogenito” è meno scarsa di quanto solitamente si dica. Le recensioni escono su periodici di diversa ispirazione politica, civile e religiosa: da «Comunità» di Adriano Olivetti, al «Corriere d’informazione», edizione pomeridiana del «Corriere della Sera», al mensile cattolico «Il Ragguaglio Librario», fino a due storiche testate svizzere come la «Gazette de Lausanne» e la «Weltwoche» di Zurigo.

Nella Bibliografia sono censiti anche gli articoli sulla partecipazione di Se questo è un uomo, nell'estate 1948, a due importanti premi letterari: il Viareggio e il Saint-Vincent per la prosa. Anche questo è un fatto significativo quanto inaspettato.

Oltre alla fortuna critica è possibile ripercorrere le “peripezie editoriali” dell’esordio di Levi, recuperando le anticipazioni del libro apparse tra il marzo e il maggio del 1947 – con mesi di anticipo sul volume, stampato nell’ottobre di quell’anno – sul settimanale del Partito comunista di Vercelli «L’amico del popolo», di cui è caporedattore l’amico Silvio Ortona; nella stessa sede appare per la prima volta anche la poesia-epigrafe di Se questo è un uomo intitolata Salmo. Un’altra anticipazione si potrà leggere nel fascicolo di agosto-settembre 1947 del mensile fiorentino «Il ponte», che anticipa Ottobre 1944, il capitolo sulla selezione per la camera a gas.

B. Primo Levi in altre lingue

Ne abbiamo già parlato a lungo, la ricerca è semplice. Per trovare le traduzioni di una qualsiasi opera di Levi possedute dalla biblioteca del Centro basta andare nel catalogo e fare una «Ricerca libera» inserendo il titolo dell’opera, in italiano, lasciando come opzione «Tutti i campi» e flaggando la casella «Traduzioni» nella colonnina a sinistra, «Opere di Primo Levi».

Primo Levi, traduzioni

C. Primo Levi giornalista

L’esordio assoluto di Levi è la pubblicazione di una poesia su un periodico: Buna Lager, che esce su «L’amico del popolo», il già citato settimanale della Federazione comunista di Vercelli, il 22 giugno 1946.

A partire dagli anni immediatamente successivi al suo ritorno dopo l’esperienza concentrazionaria, e per tutta la sua vita, Primo Levi scrive su numerosi periodici (quotidiani e riviste) instaurando con uno solo di essi una collaborazione continuativa: è «La Stampa» di Torino, a partire dal 1975, anno del pensionamento dalla SIVA, la fabbrica di vernici dove ha lavorato a partire dal 1948.

Quando nel 1985 raccoglie parte dei suoi scritti – pubblicati sui giornali tra il 1964 e il 1984 – nel libro che intitola L’altrui mestiere, Primo Levi li descrive come «il frutto di [...] un piú che decennale vagabondaggio di dilettante curioso» e come «“invasioni di campo”, incursioni nei mestieri altrui, bracconaggi in distretti di caccia riservata; scorribande negli sterminati territori della zoologia, dell’astronomia, della linguistica».

Copertina de L'altrui mestiere

Nel corso degli anni sono numerose le testate con cui Primo Levi collabora, oltre alla «Stampa»: tra le principali, il settimanale «Il Mondo», diretto da Mario Pannunzio, e il quotidiano «Il Giorno» di Milano, a cui affida, a partire dai primi anni sessanta, soprattutto racconti di fantascienza; poi, emerso non molti anni fa dalle ricerche, il «Notiziario della Banca Popolare di Sondrio» su cui scrive tra il 1976 e il 1986; e poi, tra il 1977 e il 1983, «La comunità-Ha Keillah», organo dei giovani del Gruppo di Studi Ebraici di Torino; ancora, dal 1978 al 1986, «Triangolo rosso», mensile dell’ANED-Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, fino a giungere al mensile di divulgazione scientifica «Airone» su cui tiene la rubrica Zoo immaginario. Le storie naturali di Primo Levi, racconti in cui un intervistatore conduce una conversazione con un animale: sono, dall’autunno del 1986 alla primavera del 1987, le sue ultime apparizioni giornalistiche, fra le più fantasiose e concise.

La Bibliografia registra dunque tutti gli scritti di Primo Levi usciti su periodici, identificandoli per tipologia (articolo, racconto, poesia). Laddove è possibile, è presente il link alla risorsa pubblicata in banche dati online aperte per la lettura degli articoli, come nel caso della «Stampa»: la pagina con il testo di Levi si può visualizzare e scaricare. È possibile inoltre recuperare i titoli per testata, per intervalli cronologici e analizzarne la varietà di forme e argomenti (si trovano principalmente elzeviri – articoli di fondo di argomento letterario, storico o artistico pubblicati tradizionalmente in terza pagina – ma anche recensioni, articoli di attualità, lettere aperte, interventi legati al tema del Lager e della deportazione). Le opportunità e le combinazioni di ricerca possibili sono davvero tante in questo campo.

D. Fantastico e fantascienza

«Io sono un centauro (ho anche scritto dei racconti sui centauri). E mi pare che l'ambiguità della fantascienza rispecchi il mio destino attuale. Io sono diviso in due metà. Una è quella della fabbrica, sono un tecnico, un chimico. Un’altra, invece, è totalmente distaccata dalla prima, ed è quella nella quale scrivo, rispondo alle interviste, lavoro sulle mie esperienze passate e presenti. Sono proprio due mezzi cervelli». (Edoardo Fadini, Primo Levi si sente scrittore “dimezzato”, in «l’Unità», 4 gennaio 1966).

Primo Levi si dedica al genere fantascientifico per oltre quarant’anni: fin dal 1946, quando scrive il suo primo racconto di fantascienza (I mnemagoghi, che sarà pubblicato nel dicembre del 1948 su «L’Italia socialista») fino agli ultimi scritti che compaiono nella raccolta Racconti e saggi del 1986. La parola «mnemagoghi», vale a dire suscitatori o conduttori di memoria, è stato lui a coniarla, e il dettaglio basta a segnalare lo slancio con cui Levi costruisce questi suoi racconti d’invenzione fin dai mesi in cui sta scrivendo Se questo è un uomo.

Sono due le raccolte di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di Primo Levi: Storie naturali, uscito nel 1966 con lo pseudonimo di Damiano Malabaila, e Vizio di forma, pubblicato nel 1971. Infine, racconti fantastici e fantascientifici si trovano anche in Lilìt e altri racconti, del 1981.

Copertina di Storie naturali

Levi si cimenta con moduli narrativi e stilistici diversi; i suoi racconti fantastici e fantascientifici risultano densi di significati che vanno oltre i confini abituali del genere; il mestiere di chimico ispira alcune storie e fa da sfondo ad alcune invenzioni; scrive racconti “tedeschi", che sono ambientati in un'ipotetica Germania del futuro (o di un presente collaterale?).

La Bibliografia consente di seguire la storia editoriale dei singoli scritti, pubblicati prima su periodici e poi in volume, recuperare notizie sulle diverse versioni (testo scritto, teatro, radio, televisione), trovare analisi puntuali di alcuni di essi, approfondire l’intertestualità con altri autori e l’intreccio con altre tematiche presenti nell’opera di Primo Levi (come gli animali, la scienza, la natura).

La Bibliografia dà inoltre conto delle diverse interpretazioni della critica, a partire dall’accoglienza riservata alla raccolta Storie naturali nel 1966, quando una parte cospicua della critica letteraria non riuscì a comprendere la “svolta fantascientifica” di Primo Levi, noto fino ad allora come testimone del Lager, fino ai fino ai più recenti studi dedicati alla fantascienza di Levi, nei quali i racconti sono oggetto di una riconsiderazione critica e di nuove prospettive interpretative.

E. Primo Levi autore multimediale: radio, teatro e televisione

Sono numerose le opere di Primo Levi adattate per il teatro, per la radio, per la televisione. Sono quasi sempre adattamenti di testi già usciti a stampa, e in molti casi Levi fa dei cambiamenti a seconda del medium cui sono destinati.

Ricordiamo di seguito le principali opere alle quali è toccata questa sorte: nel 1962 la radio pubblica canadese CBC realizza una riduzione radiofonica di Se questo è un uomo e ne spedisce la registrazione all’autore, al quale piace al punto da indurlo a elaborare una sceneggiatura radiofonica per la Rai di Torino. La versione radiofonica di Se questo è un uomo, con la Compagnia di prosa di Torino della Rai e diretta da Giorgio Bandini, va in onda sul Terzo Programma Rai il 24 aprile 1964. La riduzione teatrale del libro risale al invece del 1966 ed è firmata da Levi e Pieralberto Marché: la rappresentazione è realizzata dal Teatro Stabile di Torino per la regia di Gianfranco De Bosio e il testo è pubblicato da Einaudi nello stesso anno della sua messa in scena.

Copertina della versione teatrale di Se questo è un uomo

Una versione radiofonica della Tregua, per la regia di Edmo Fenoglio, va in onda su Radiouno Rai in sette puntate dal 25 aprile al 16 maggio 1978.

Alcuni racconti di fantascienza, a partire dagli anni sessanta, diventano radiodrammi trasmessi dal Terzo programma radio ma sono anche rappresentati a teatro a Torino, per la regia di Massimo Scaglione. Alcuni di quei racconti approdano anche in tivù: dopo la messa in onda, sulla Rai, di uno sceneggiato televisivo tratto dal racconto Il Versificatore (1971), nel 1978 sarà trasmesso un breve ciclo di tre atti unici di Primo Levi: La bella addormentata nel frigo, Il sesto giorno e Procacciatori d’affari.

La bella addormentata nel frigo è anche il primo testo radiofonico di Primo Levi, scritto nel 1952 e riscritto nel 1961 per la sua versione radiofonica, che con buona probabilità ha costituito la base per il testo poi pubblicato nelle Storie naturali (1966). In questo caso la versione radiofonica precede addirittura la pubblicazione a stampa.

Nella Bibliografia troviamo molti materiali di grande interesse: approfondimenti sulle opere derivate di Primo Levi nelle loro diverse forme (radio, teatro e televisione) e su come sono state realizzate (è il caso dei Quaderni del Teatro stabile della città di Torino che contengono le note di regia di De Bosio e gli scritti di Pieralberto Marché e Primo Levi sulla versione teatrale di Se questo è un uomo); articoli sulla loro messa in scena o messa in onda; testimonianze biografiche, come quelle di Massimo Scaglione, regista di radiodrammi e sceneggiati televisivi tratti da racconti fantastici di Primo Levi, e di Andrea Camilleri, regista del radiodramma tratto dal racconto Il Versificatore, trasmesso dalla Radio Rai nel 1967; recensioni, cronache, interviste legate a questa produzione così varia e così poco conosciuta.

F. Primo Levi e Philip Roth

Il 6 settembre 1986 Primo Levi incontra a Torino Philip Roth. La nota intervista – che sancisce la consacrazione di Levi come scrittore di rango internazionale, già avviata dalla pubblicazione di The Periodic Table apparsa alla fine del 1984 negli Stati Uniti e in Gran Bretagna – è una lunga conversazione nel corso della quale i due scrittori toccano numerosi argomenti, da cui emergono aspetti importanti della personalità umana e letteraria di Levi.

Primo Levi e Philip Roth

L’intervista appare, con alcune varianti, in sedi diverse: la prima volta in «The New York Times Book Review» il 12 ottobre 1986 con il titolo A Man Saved by His Skills; il 26 e il 27 novembre del medesimo anno, in due puntate, sul quotidiano «La Stampa»; poi nel libro Shop Talk. A Writer and His Colleagues and Their Work (2001) che contiene una serie di conversazioni di Philip Roth con colleghi scrittori (in italiano Chiacchiere di bottega. Uno scrittore, i suoi colleghi e il loro lavoro, 2004); infine, in Why Write? Collected Nonfiction 1960-2013 (2017), antologia che raccoglie la selezione di conversazioni, appunti di lettura, ricordi, lettere di Roth sulla scrittura (traduzione italiana: Perché scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013, 2018). Ciascuna di queste pubblicazioni è diversa, di poco o di tanto, dalle altre, e ciascuna è diversa dal dattiloscritto delle risposte inviate da Levi a Roth per rispondere alle sue domande, pure formulate per lettera: si tratta dunque – ed è una notizia e una sorpresa non da poco – di un testo scritto e non di un testo parlato.

La Bibliografia consente di recuperare tutte le sedi editoriali di pubblicazione: dalla prima apparizione sula NYRB fino all’ultima in Why Write?, ognuna delle quali reca le note aggiuntive che danno conto della storia editoriale e dei rimandi alle altre pubblicazioni. Sono inoltre registrati gli scritti e le interviste di Philip Roth su Primo Levi, i testi critici che hanno approfondito il rapporto tra i due scrittori (in particolare le intertestualità che intercorrono tra i due), gli approfondimenti sulle circostanze dell’incontro che diede luogo all’intervista, nel più ampio contesto della fortuna critica nei paesi anglofoni, in particolare negli Stati Uniti, di Primo Levi. Tutto questo si lega a un altro strumento, stavolta cartaceo, approntato a cura del Centro: la Bibliografia di Primo Levi (e il di indica appunto che sono censiti tutti i testi a stampa di Levi) in appendice al terzo volume delle Opere complete, uscito da Einaudi nel 2018.

7. Un’ultima dritta

Un’ultima dritta a chi consulta il catalogo del Centro è Primo Levi in persona a darla, anche se in maniera indiretta. Nel 1981 Levi costruisce una «Antologia personale» dove raduna quei testi e quegli autori che sono stati essenziali per la sua formazione. La intitola La ricerca delle radici, e limita la sua scelta a «trenta autori, cavati fuori da trenta secoli di messaggi scritti, letterari e non». Quei trenta autori sono, lui ne è consapevole, «una goccia in un oceano», e forse è per questo che nella pagina bianca che precede l’antologia disegna questo grafo a forma di ellissoide

Grafo da "La ricerca delle radici"

dove suggerisce al lettore «quattro possibili itinerari attraverso alcuni degli autori in campo». Con le quattro linee di forza che lo percorrono, il grafo di Primo Levi è un ipertesto, un ipertesto prima di internet e su due sole dimensioni, un ipertesto ai cui poli si trovano il Libro di Giobbe e i Buchi neri. Chi ne coglie all’istante la bellezza è Italo Calvino, nella recensione che dedica a La ricerca delle radici su «la Repubblica» dell’11 giugno 1981: fra quei due poli Levi ha teso «quattro meridiani, quattro linee di resistenza a ogni disperazione», e qui Calvino non può fare a meno di segnalare – al lettore, ma anche a se stesso – la «possibilità di disegnare ognuno la propria mappa, ordinata più ancora che secondo le predilezioni letterarie, secondo i fondamenti dell’esperienza: enciclopedia prima che antologia».

A pensarci bene, anche questa Bibliografia Primo Levi online si potrebbe anche definire come una enciclopedia: è un ipertesto autentico, dove ciascuno potrà navigare quanto vuole, a partire da una curiosità, da un interesse di studio o magari da un punto qualsiasi, trovandoci quasi sempre qualcosa di più o qualcosa di diverso da ciò che cercava: proprio come capita con i libri e con le pagine di Primo Levi.


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