Che il silenzio non sia silenzio

Progetto didattico a cura delle docenti Maura Talone e Laura De Risi (Liceo Leonardo da Vinci - Terracina)

‘Che il silenzio non sia silenzio’, un verso della poesia “Voci” di Primo Levi, datata 10 febbraio 1981, dà il titolo a un’installazione multimediale site specific con diffusione sonora e una proiezione video, svoltasi presso il Complesso monumentale di San Domenico, Terracina, dal 25 gennaio al 22 febbraio 2024.
Il progetto, coordinato dalle docenti Maura Talone e Laura De Risi del Liceo Leonardo da Vinci, ha previsto un laboratorio artistico-letterario, condotto dal regista Antonio Fasolo e dall’artista Raffaella Menichetti, con la partecipazione attiva di 26 studenti provenienti da classi diverse dell’istituto e finalizzato alla realizzazione di questa installazione immersiva e sensoriale. La scelta del luogo è stata funzionale alla creazione di un dialogo, mediato dai giovani, tra scuola e comunità cittadina anche al fine di stimolare la partecipazione attiva e responsabile delle giovani generazioni alle Istituzioni del territorio. 

Scrivere, creare, fare arte hanno una profonda connessione con l’idea di laboratorio, una dimensione in cui il lavoro creativo è legato alla sperimentazione, all’attività artigianale, tanto che Levi stesso potrebbe essere definito un grande “artigiano della Memoria”. Ispirati da questa riflessione, gli studenti, nella creazione di uno “spazio” della memoria, sono partiti dalla loro esperienza personale, rielaborata attraverso la realizzazione di “calchi”, oggetti suscitatori di ricordi. Le “tracce”, i “segni” di memorie e le “parole” delle testimonianze dei sopravvissuti allo sterminio “ricuciono” una narrazione che sensibilizza i giovani a leggere la “Storia” e le “storie” come strumenti di comprensione del presente.
L’esperienza, che questa installazione intende restituire, è quella di un dialogo con la ricerca storico-letteraria, con l’introspezione intima degli autori, immergendo i visitatori nella natura di uno spazio archeologico, spirituale e sociale come quello del complesso di San Domenico a Terracina.
La chiesa, che risale alla metà del XIII secolo, seguendo le regole dell'architettura cistercense, con la sua tipica pianta “a granaio”, con la sua unica navata, è un luogo pensato per aprirsi alla città, secondo la dottrina tipica degli ordini mendicanti, e per accogliere la comunità in una dimensione trascendente.  Ancora oggi l’intero Complesso conserva le ferite dei bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale e la memoria dell’orrore della guerra. 

La grande spirale di cenere sul pavimento della navata unica è sormontata da un albero, un fico dalle radici recise e sospeso a mezzaria, una pianta simbolicamente carica di significato, a partire dall’iconografia biblica che la identifica con l’albero della conoscenza del bene e del male, un albero le cui radici arse sono origine della cenere che crea la spirale sul pavimento. Questa forma archetipica è percorribile, come la memoria, in avanti o a ritroso, centripeta e centrifuga, e ha immerse parole scritte su carta, tratte dalla letteratura e dalle testimonianze che hanno guidato il laboratorio e ispirato i “calchi di memoria personale” in argilla, realizzati dagli studenti. “Seminati” nella cenere, come in attesa di una sua azione fertilizzante, questi calchi e le parole di “un quaderno sgualcito” diventano, allo stesso tempo, le radici bruciate dell’albero e i prossimi futuri germogli. È questo, dunque, un invito metaforico a ricomporre i fili di una memoria dolorosa che spezza le radici e le vite, ma che dalle sue ceneri può ancora generare e moltiplicare senso, purché ci sia qualcuno che la mantenga viva e la rielabori.

Descrizione dell'installazione

Il percorso all’interno del Complesso si è sviluppato in tre sale:
 

  1. SALA PRINCIPALE:
    Installazione scultorea, spirale percorribile, tracciata con cenere ed elementi in argilla cotta e carta; sospensione di un albero secco di fico a mezz’aria dalla trave centrale di copertura della sala; la sonorizzazione ambientale, diffusione del suono dello Shofar, corno tradizionale ebraico, invita alla meditazione. Si cammina nella spirale, ai cui margini sono posizionati i tre grandi veli in organza con altrettante figure femminili, realizzate con pigmenti tratti dal materiale stesso dell’installazione (cenere, carbone, carta, gesso, legno), che riemergono dalla poesia “La bambina di Pompei” di Primo Levi: “La bambina di Pompei”, “La fanciulla d’Olanda”, Anna Frank, “La scolara di Hiroshima”. La poesia di Levi è proiettata sulla scalinata della cappella a sinistra dell’altare maggiore.
     
  2. SALA VIDEO:
    Proiezione video del mini documentario “Le Voci di Radio Europa” (2022), realizzato come sintesi del laboratorio di lettura drammatizzata, coordinato dal regista Antonio Fasolo, con la partecipazione di 22 studenti provenienti da classi diverse del Liceo Leonardo da Vinci di Terracina. Attraverso l’interpretazione della ‘parola’ scritta, l’utilizzo della musica e dei suoni, direttamente o indirettamente suggeriti dai testi, si è arrivati alla lettura scenica “Radio Europa” (durata complessiva 40 minuti circa), con musica e canti eseguiti dai partecipanti al laboratorio, che volutamente fa a meno del supporto delle immagini e affida alla parte sonora l’evocazione dei fatti e delle memorie dei protagonisti.
    Il promo video di 5 minuti, Le voci di Radio Europa, è la sintesi della restituzione scenica dell’intero progetto.


     
  3. SALA DOCUMENTI:
    Questionari sul potere evocativo di alcune parole e il loro significato profondo.
    I primi incontri del laboratorio sono stati dedicati alla riflessione sui termini, Purezza, Impurità, Silenzio, Vergogna, Ibrido, Omologazione, Normalità, Pregiudizio, Diversità, Contaminazione, Casa, ricavati dai testi in seguito utilizzati nelle attività. Gli alunni partecipanti al laboratorio hanno risposto ad un questionario in forma anonima e approfondito il significato delle parole sulla base di libere associazioni percettivo-sensoriali, partendo dal loro vissuto. Il questionario, successivamente, è stato esteso ad un campione di più di 100 studenti dell’istituto; i risultati sono una componente dell’ideazione di questa mostra. Gli stessi visitatori sono stati invitati e hanno in gran numero a loro volta compilato il suddetto questionario, lasciando una traccia tangibile della loro partecipazione e del loro coinvolgimento.

Testi di riferimento:

Antologia di testi di Primo Levi, La chiave a stella, Il servo, Psicofante, I mnemagoghi, da Ad ora incerta, Cantare, Shemà, La bambina di Pompei, Voci, Meleagrina, Il superstite, Sidereus nuncius; S.T. Coleridge, La ballata del vecchio marinaio; Il diario di Anna Frank; N.Hikmet, La bambina di Hiroshima; P.P. Pasolini, da Scritti corsari, Omologazione postmoderna. Il potere senza volto; Elisa Guida, Senza perdere la dignità. Una biografia di Piero Terracina; Elisa Guida, La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah; L. Segre, Ho scelto la vita; G. Colombo - L. Segre, La sola colpa di essere nati; Canto della tradizione ebraica, dal Cantico dei cantici, Simeni kachotam al libécha.

 


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