"Il mio terzo mestiere": esperienze didattiche

di Gabriella D'Arrigo

Intervento tenuto da Gabriella D'Arrigo (IC Lanzo Torinese) al seminario di aggiornamento per docenti Il mio terzo mestiere. Primo Levi e gli studenti, tenutosi giovedì 28 novembre 2019 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in occasione del centenario della nascita di Primo Levi.

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Il mio terzo mestiere. Primo Levi e gli studenti

Seminario di aggiornamento per insegnanti organizzato in occasione del centenario della nascita di Primo Levi, il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, l'Associazione Figli della Shoah, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e l'Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nell’a.s. 2018-2019, in occasione del centenario della nascita di Primo Levi, Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, in collaborazione con la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, ha promosso il progetto “Primo Levi, la strenua chiarezza”, rivolto agli insegnanti e agli studenti di classi terze della scuola secondaria di primo grado.

Nell’arco temporale compreso tra novembre 2018 e gennaio 2019, sono state organizzate quattro giornate di formazione rivolte ai docenti partecipanti: alla formazione storico-letteraria curata dal Centro si è affiancata una formazione “tecnologica” affidata all’Associazione Diskolè in quanto agli studenti è stato chiesto di realizzare dei prodotti digitali riguardanti la figura di Primo Levi.

Al progetto hanno aderito 5 scuole per un totale di 8 classi e per un totale complessivo di 184 alunni (3 scuole del Piemonte, 1 della Liguria e 1 della Lombardia). Il numero di docenti partecipanti è stato 13 (la maggior parte di lettere).

Qual era lo scopo del progetto? Fornire agli studenti della scuola media un ritratto a tutto tondo di Primo Levi, quindi non soffermarsi “solo” su Levi deportato e Levi scrittore testimone, due figure importantissime su cui si concentra esclusivamente l’attenzione dei docenti e, di conseguenza, degli allievi (riferimento ai testi di antologia). Si è voluto fornire ai docenti le conoscenze necessarie per far entrare i propri studenti nel mondo, completo, di Levi.

Contenutisticamente le lezioni sono stare articolate sullo sviluppo di tre macrotemi:

La formazione di Primo Levi

si è parlato di Primo Levi studente del liceo D’Azeglio, della sua passione per la chimica, di Levi studente universitario presso la facoltà di Chimica dell’Università di Torino, di Levi chimico e delle sue prime esperienze lavorative, di Levi chimico e scrittore, in quanto le due professioni non sono in contrasto, anzi Levi stesso più volte ha spiegato che il suo “essere chimico” è stato fondamentale per il suo “essere scrittore”. Parlando di “formazione” di Levi si è fatto riferimento al suo amore per la montagna, declinato in varie sfumature (la montagna vista come luogo delle vacanze dell’infanzia e dell’età adolescenziale, la montagna come luogo che favorisce la nascita e il consolidamento delle grandi amicizie, la montagna come teatro dell’esperienza partigiana, la montagna come maestra di vita che fornisce preziosi insegnamenti, come l’allenamento alla fatica, alla fame, alla sete, al disagio).

La cattura e la deportazione

Ci si è soffermati sul momento della cattura (Primo Levi è stato catturato in quanto partigiano, dopo si è scoperto il suo “essere ebreo”), sulla deportazione, prima a Fossoli poi ad Auschwitz. Si è richiamata l’attenzione su due rapporti umani che sono stati fondamentali per la salvezza di Levi: il rapporto con Alberto Dalla Volta, giovane studente di chimica, anche lui deportato per le sue origini ebraiche, scomparso durante una “marcia della morte”, cioè una delle marce di evacuazione del campo di Auschwitz, e il rapporto con Lorenzo Perrone, un manovale italiano che lavorava nei pressi del lager e che aiutò Levi fornendogli del cibo.

Il viaggio

inteso come viaggio di andata verso il lager e viaggio di ritorno dal Lager, quest’ultimo interpretato anche come viaggio di ritorno alla vita, un riappropriarsi della vita, una vita da inventare di nuovo, una vita in cui fare i conti con quello che gli era successo.

Per affrontare queste tematiche sono state fornite molte indicazioni bibliografiche, si è fatto riferimento non solo ai due testi, forse i più conosciuti, di Levi (Se questo è un uomo e La tregua), ma anche ad altri, ai racconti de Il sistema periodico (Oro, Ferro, Zinco, Idrogeno, Cerio), al romanzo La chiave a stella, a varie poesie (Shemà, Il tramonto di Fossoli, Alzarsi), alle interviste.

Inizialmente l’obiettivo era di far lavorare le singole classi su tutti e tre i macrotemi, però, in itinere, confrontandoci con i docenti partecipanti, ci si è resi conto della difficoltà a concretizzare tale richiesta (motivazioni varie: poco tempo a disposizione, svolgimento dei programmi ministeriali, caratteristiche delle classi). Pertanto, le classi hanno lavorato su uno o alcuni aspetti di Primo Levi che sentivano più congeniali.

Cambiare in corsa alcune caratteristiche del progetto non è stato visto come un parziale insuccesso, in quanto lo scopo principale era quello di avvicinare Primo Levi agli studenti, o per essere più precisi, a questa fascia particolare di studenti, che sono dei preadolescenti, per i quali l’apprendimento si rivela tanto più efficace e duraturo quanto più i contenuti trattati siano sentiti interessanti e vicini al proprio essere, al proprio mondo interiore.

Il fatto di non impuntarci in modo rigido sullo svolgimento dei tre macrotemi è stata una scelta vincente. Ce ne siamo resi conto visionando i prodotti digitali realizzati da TUTTE le classi. I prodotti, presentati in una giornata conclusiva svoltasi a maggio presso il liceo D’Azeglio, sono stati di vario tipo: c’è chi ha costruito  un powerpoint dedicato al Sistema periodico corredato con testi, immagini e disegni fatti dagli allievi, chi ha realizzato una coreografia danzata ispirata al brano in cui Levi, all’inizio di Se questo è un uomo, descrive il lutto della famiglia Gattegno, chi ha prodotto dei video in stop-motion, chi ha realizzato delle figure in filo di rame intrecciato raffiguranti animali, omaggiando in questo modo quella manualità che per Primo Levi era così importante.

Al di là della maggiore o minore riuscita dei singoli prodotti, il risultato più importante è stato quello di aver stimolato insegnanti e allievi a lavorare sulla figura di Primo Levi, sfruttando i mezzi a propria disposizione.

La criticità principale ha riguardato il lavoro di analisi testuale che, in alcuni casi, non è stato molto approfondito. Ciò è emerso in particolare durante gli incontri avvenuti nelle singole scuole tra la dott.ssa Mori e gli allievi i quali hanno rivolto parecchie domande concentrate per lo più su episodi della vita privata di Levi.

Per superare questa criticità che, ripeto, non ha inficiato il giudizio positivo dell’esperienza didattica svolta, quest’anno, in occasione di un nuovo progetto, promosso nuovamente dal Centro Studi in collaborazione con la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo, si è deciso di puntare l’attenzione dei docenti e, di conseguenza, degli allievi, su un numero limitato di testi, valorizzando i legami e i collegamenti intratestuali. Quest’anno si è deciso di lavorare principalmente su Primo Levi autore de Il sistema periodico e autore di racconti di fantascienza. Durante le lezioni di formazione, si lascerà ai docenti un intervallo di tempo da impiegare nella stesura  di esercizi e lavori attinenti ai brani da noi proposti  e indirizzati  ai propri allievi al fine di favorire la comprensione e la rielaborazione.


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