“Vittime diventate carnefici”: non sono parole di Primo Levi

Dal mese di agosto 2014, il Centro ha constatato che si sta diffondendo sul web, con preoccupante rapidità, un’altra presunta citazione di Primo Levi, a lui erroneamente attribuita – come era già accaduto nel caso dell’«insidioso sillogismo sull’“essere ebrei di qualcun altro”», la cui vicenda è stata ricostruita da Domenico Scarpa e Irene Soave sul “Sole 24 Ore” dell’aprile 2012. Proponiamo l'articolo nella colonna a sinistra del post. 

In questo caso si tratta di due frasi citate da Angelo D’Orsi in un articolo apparso su “il manifesto” del 23 luglio 2014 (da p. 1).

Lo stesso autore dell’articolo, rispondendo ad alcune lettere su “il manifesto” del 29 luglio 2014 (p. 14), ha esplicitamente riconosciuto che l’attribuzione a Primo Levi delle due frasi citate era frutto di errore.

Tuttavia, come quasi sempre accade con i meccanismi della comunicazione sul web, la diffusione “virale” dell’informazione scorretta non tiene conto delle successive rettifiche, con il risultato di amplificare la propagazione della “falsa notizia” tramite siti e blog, che spesso riprendono la citazione, affidandosi a citazioni di citazioni, senza più alcuna possibilità di rintracciare la fonte primigenia.

Pubblichiamo queste righe nella speranza che dare rilievo alla rettifica dell’errore, firmata dallo stesso autore, serva a contrastare la diffusione sul web dell’ennesima “falsa citazione” di Primo Levi.


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