Conversations with Primo Levi

Some of the most interesting questions asked of Primo Levi and by him as well as his answers in over twenty five years of interviews and conversations.

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Ha un ricordo bello di quel campo?

Sì, qualche minuto, qualche ora di tregua, qualche colloquio con i compagni italiani o non italiani, una canzone che ho insegnato ad un ungherese, e una che l’ungherese ha insegnato a me, e che ricordo ancora in ungherese, lingua che io non conosco. Questi abbozzi, rudimentali, di comunicazione. Non è un caso che si parli di cessata comunicazione prima, e di comunicazione dopo. 

da Dialogando con...Primo Levi

Ernesto Olivero
p. 197

Ha messo molta enfasi sull'impossibilità di comunicare, sia con il mondo esterno che fra di voi [prigionieri]. C’era una lingua franca ad Auschwitz, che non fosse il tedesco?

All’inizio era il polacco, e anche lo yiddish. Poi arrivarono così tanti ungheresi che tutti parlavamo ungherese. Era la lingua più diffusa. Io parlavo tedesco con loro, dal momento che non tutti ma molti ungheresi sapevano un po’ di tedesco. Eccetto i contadini. I contadini non sapevano niente, ed erano così numerosi! [...] Parlavano solo ungherese e yiddish. [...]

da Primo Levi: un'ultima conversazione

Risa Sodi
p. 740

La coscienza di patire tutti una comune ingiustizia non vi univa?

Non abbastanza. Per molti motivi. Il motivo fondamentale è che mancava la comunicazione […]. Pochi fra noi ebrei italiani capivano il tedesco o il polacco; pochissimi. Io sapevo qualche parola di tedesco. L’isolamento linguistico, in quelle condizioni, era mortale. Sono morti quasi tutti gli italiani per questo. [...]  Chiedevi informazioni, notizie, spiegazioni al tuo compagno di letto e quello non ascoltava e non capiva. Questo fatto era già un primo grosso ostacolo all’unione, al riconoscersi come compagni.

da Conversazione con Primo Levi 

Ferdinando Camon
p. 839